martedì 25 ottobre 2016

Articolo tratto dal "Corriere della Sera" del 25/10/2016


La rinascita della basilica delle spose

Dopo dieci anni di lavori Santa Maria presso San Celso è tornata all’originario splendore

Sarà il quadriportico, che impedisce un po’ la visuale da strada. Sarà che si è persa la tradizione delle sposine milanesi, quella di portare il bouquet ancora fresco sotto l’immagine della Madonna. Comunque sia, la basilica di Santa Maria presso San Celso, o Santa Maria dei Miracoli, non figura tra le chiese più visitate di Milano pur trovandosi in centro, in corso Italia. Peccato perché ne vale la pena, soprattutto da oggi in poi.
Ieri sera infatti sono stati ufficialmente presentati i restauri, durati più di 10 anni, che hanno restituito l’edificio all’originario splendore cinquecentesco. Non è un modo di dire: da scura e annerita com’era la chiesa appare ora splendente e luminosa. Un colpo d’occhio straordinario, un complesso di valore museale ritrovato, un monumento restituito alla città grazie allo sforzo congiunto dei Padri Oblati e di vari sostenitori tra cui Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Ubi Banca, Comune di Milano.
«La chiesa era soffocata da sporco, smog e rifacimenti, oltre ad avere subito infiltrazioni d’acqua durante la guerra», racconta Paola Zanolini, il cui studio si è preso cura dei restauri. «Il lavoro ha riguardato la cupola, la navata, tutte le cappelle laterali e le loro pale d’altare: dappertutto affreschi e decorazioni. La sorpresa più bella? Il recupero della volta della navata, che sotto una scialbatura grigiastra nascondeva un brillante azzurro cobalto». Qui si è impiegata anche la scienza più moderna: i rosoni dorati, troppo pesanti in origine, sono stati ricostruiti con laser 3D in poliuretano estruso.
Progettato alla fine del ’400 da Giangiacomo Dolcebuono e costruito in due fasi nell’arco del XVI secolo, l’insieme è prezioso per materiali, opere contenute e autori: capitelli in bronzo, pavimento di marmi intarsiati, stucchi ad altorilievo, dipinti di grandi artisti, da Bergognone a Moretto, dai fratelli Procaccini a Paris Bordone, da Gaudenzio Ferrari al Cerano, fino al neoclassico Andrea Appiani che ha affrescato presbiterio e pennacchi della cupola.
Chiara Vanzetto

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