Un genio non idoneo
In fondo fa sempre un certo piacere vedere che anche i grandi hanno avuto qualche piccola "caduta" e che, per esempio, anche i geni possono essere bocciati a scuola. E' quello che è successo nel giugno 1832 a Giuseppe Verdi. Egli aveva presentato domanda di ammissione al Conservatorio di Milano come "forestiero" perché proveniva da Busseto, nello Stato di Parma. Il giovane chiedeva di essere accolto "nella qualità di allievo a pagamento di pensione" per potersi specializzare come maestro di pianoforte e di organo. Nonostante avesse cinque anni in più rispetto all'età prevista dal regolamento, dal momento che aveva già compiuto i diciotto anni, si iscrisse ugualmente al prestigioso istituto perché il regolamento prevedeva un'eccezione. Era necessario superare un esame di composizione e un esame di esecuzione a pieni voti. La commissione che lo esaminò fu inflessibile e severa, stabilì che "la sua mano era assai male impostata sulla tastiera" ma che la fantasia gli avrebbe consentito di "riuscire bene nella composizione". Morale della favola: Verdi, forse anche per la carenza di posti letto, per la mancanza di pianoforti nelle classi e per l'origine oltrepadana, venne respinto. Fu costretto a studiare in privato presso un maestro del Teatro alla Scala. Ma, come sappiamo, il giudizio negativo degli insegnanti della scuola non influenzò minimamente la sua carriera. Sarà forse perché qualcuno voleva farsi perdonare che il Conservatorio è stato intitolato proprio a lui?
(tratto da: I segreti delle vie di Milano: curiosità, aneddoti, personaggi della nostra città. Sesta puntata: I palazzi di corso Monforte e dintorni, Milano, Il Giorno, 1995).